La Regina Elisabetta II consacrata e i suoi fedelissimi
Descrizione
Con il progetto di Brera Modern c’è l’intento di ampliare l’allestimento della Pinacoteca, anche attraverso particolari collaborazioni come la Brera-AI-Generated, che vede gli studenti del Politecnico di Milano ridisegnare le opere esposte con l’Intelligenza Artificiale. In questo caso, l’opera reinterpreta il tema dell’incoronazione della Vergine per mano di Gesù in chiave profana e simbolica, seppur con rimandi anche religiosi legati all’anglicanesimo. Sono infatti raffigurati seduti l’una accanto all’altro, la Regina Elisabetta II e un soggetto che impersona l’arcivescovo di Canterbury, massima autorità religiosa della Chiesa anglicana dopo il sovrano d’Inghilterra. Facendo riferimento alla cerimonia di incoronazione del 1953, la Sovrana è divenuta regina dopo l’unzione ricevuta dall’arcivescovo di Canterbury, poiché in quell’istante è stata consacrata. Dal momento che si è trattato di un attimo particolarmente solenne, tanto da non essere completamente ripreso dalla televisione britannica in mondovisione in quell’occasione, così anche nell’opera ridisegnata è stato proposto un momento successivo, vagamente informale rispetto alla grandiosità dell’evento storico e lo si può percepire dai sorrisi sui volti dei due personaggi principali.
L’impostazione dell’opera riprende in parte quella dell’Incoronazione di Palmezzano. Ai piedi del trono, tuttavia, non sono più rappresentati i due santi, dal momento che nell’anglicanesimo la loro venerazione è ridotta al minimo o quasi nulla, rispetto al ruolo primario assunto nel cristianesimo. Sono quindi raffigurati due corgi a simboleggiare i fedeli animali da compagnia della Regina che hanno sempre fatto parte della sua vita, divenendo parte integrante della sua immagine pubblica. Inoltre, sono stati animali a cui la Sovrana è sempre stata legata e che in un certo senso hanno contribuito anche a dimostrare l’affabilità della Regina, nonostante la carica ricoperta. Sullo sfondo, un accenno ad una cattedrale gotica simboleggia genericamente il luogo di culto degli anglicani, ma rimanda simbolicamente anche all’Abbazia di Westminster, sede delle incoronazioni dei sovrani d'Inghilterra. Sono raffigurati inoltre dei sacerdoti alati che richiamano la presenza degli angeli musicanti dell’opera originale.
Così come l'Incoronazione della Vergine simboleggia la sua glorificazione e il suo ruolo di Regina dei Cieli nella tradizione cristiana, l'incoronazione della Regina Elisabetta II è un atto simbolico, durante il quale la monarca è di fatto consacrata dall’Arcivescovo di Canterbury e investita del suo ruolo di difensore della fede anglicana. Inoltre, la venerazione è un ulteriore tema che accomuna le due regine nella loro profonda differenza ed è stato un’altra motivazione alla base dell’opera prodotta, quasi come se fosse una sorta di tributo. Da un lato la Vergine è una regina “in ogni tempo”, una regina si può dire spirituale per i fedeli cristiani che a lei sono e saranno sempre devoti. Elisabetta II è stata invece una regina “temporale” per i fedeli anglicani, nonché per i sudditi e venerata per i diversi ruoli rivestiti anche a livello internazionale. La scena dunque ricreata, seppur un po’ caricaturale e dall’atmosfera distesa, tenta di rintracciare aspetti comuni sia in termini di impostazione che di significato con l’opera originale, caratterizzata invece da una certa austerità data dal tema raffigurato di matrice fortemente religiosa.

Giulia Dallaglio, 2024
Prompt
painting of Archbishop of Canterbury and Queen Elizabeth II are seated next to each other, Archbishop of Canterbury seated on the right and raises his arm, blesses Queen Elisabeth II, Welsh corgi Pembroke in front of them in gesture of devotion, T-pose, portrait of Queen resembling Virgin Mary, two angels protect Queen Elizabeth II, London in background, Gothic cathedral.
Merchandise
L’incoronazione della Vergine con i Santi Francesco e Benedetto
Opera originale di riferimento
Descrizione
La scena dell'Incoronazione della Vergine è un tema iconografico cristiano cattolico piuttosto diffuso, nel quale la Madonna viene solitamente raffigurata accanto a Cristo e seduta sullo stesso trono, come nel caso dell’Incoronazione di Marco Palmezzano. Si tratta di un olio su tavola di 160x125cm caratterizzato da un monumentale impianto compositivo, abitato da solide figure che sembrano quasi sbalzate rispetto allo sfondo grazie alla stesura netta e compatta del colore. Maria e Gesù sono seduti su un massiccio trono di marmo decorato, mentre San Benedetto e San Francesco sono inginocchiati davanti a loro simmetricamente. San Benedetto è riconoscibile data la presenza del libro che allude alla Regula Sancti Benedicti, mentre San Francesco si riconosce dal saio indossato. Gesù con il braccio destro alzato, pone una corona d’oro sul capo della Vergine, la quale è raffigurata chinata in avanti e con il capo rivolto a suo figlio, che la incorona dunque Regina dei Cieli. Entrambi rivolgono una mano ai due Santi, rispettivamente fondatori dell’ordine benedettino e francescano. Nella parte alta dell’altare è presente una colomba bianca e due angeli musicanti.
La critica ha sempre considerato quest’opera come uno dei più felici esempi della produzione giovanile del pittore romagnolo Marco Palmezzano, successivo alla sua collaborazione con Melozzo da Forlì, pittore influenzato dall’arte di Mantegna e di Piero della Francesca e divenuto pittore ufficiale del Papa Sisto IV. È inoltre abbastanza evidente l’influenza di Giovanni Bellini nell’iconografia, la quale si rifà alla Pala di Pesaro dell’artista veneto.
L’opera, che viene datata dagli studiosi allo scadere del Quattrocento (1494-1496), fa parte di quel breve periodo in cui Palmezzano soggiornò a Venezia, durante il quale il contatto con l'ambiente artistico della città lagunare, lasciò una traccia nella sua pittura, specie nella tersità luminosa. Giunse a Brera nel 1811 dalla chiesa degli Osservanti di Cotignola, presso Ravenna, in seguito alle soppressioni napoleoniche.

Marco Palmezzano, 1494-96